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Non sei più sola Manon

Helenia Tedesco

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Non sei più sola

Sola, tu non sei più sola. 

Tutto è perfetto, Manon, i tuoi errori, il tuo dolore.

Hai vissuto, hai errato, hai amato.

Amore non è perduto, poiché amore è eterno.

Sei amata, Manon, profondamente amata.

La luce ti avvolge, ti bacia, ti scalda.

Ora vedi, ora sai: non sei più sola.

Non sei mai stata sola.

Il tuo destino non è abbandono, ma ritorno a casa.

Sei libera, sei bella, sei luce.

Il dipinto e le parole che lo accompagnano vogliono essere un omaggio alla visione romantica e spirituale che pervade l’opera di Giacomo Puccini. 

In Manon, così come in molte altre delle sue eroine, il compositore celebra la fragilità e la forza dell’animo umano, trasformando ogni caduta in un’occasione di redenzione.

Puccini, profondamente ispirato dai valori romantici e dalla mistica ricerca spirituale che troviamo nel Parsifal di Wagner, sembra vedere nelle sue donne un riflesso della Santa Sapienza, quel Graal che non è un oggetto, ma una verità universale che si raggiunge attraverso l’amore.

L’amore, nelle sue opere, è sempre un percorso sacro: una via di sofferenza e bellezza che conduce alla luce, alla consapevolezza, e infine alla pace. Proprio come il cavaliere Parsifal cerca il Graal per risvegliare il mondo, così Puccini sembra cercare il senso ultimo della vita attraverso la musica, attraverso l’arte, attraverso l’amore che illumina l’anima.

Il 16 novembre 1924, a pochi giorni dalla morte Giacomo Puccini scrive: 

“E che l’amore, alla fine, invada tutti sulla scena, in una perorazione orchestrale”

              Helenia Tedesco

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